MR COVENEY NEL PIU’ BEL POSTO DEL MONDO

Gli inglesi non sono in genere prodighi di complimenti, eppure sentite cosa ha da dire il nostro socio d’oltre Manica a proposito di Orta 10 in 10

Andrew Coveney è un runner britannico, 59enne, membro del 100 Marathon Club UK e di SVN, Saxons, Vikings and Normans. Il giorno dell’intervista, il penultimo di Orta 10 in 10, aveva corso la sua 454esima tra maratone e ultra, la numero 99 su strada, con 150 ultra e tutte le rimanenti trail. Ma, si sa, quando leggerete questo articolo il suo bottino sarà divenuto ben più consistente!

Andrew ha iniziato a interessarsi alle maratone a 40 anni, non giovanissimo, quando ha corso la sua prima, la London Marathon, per Mencap, un’associazione di beneficenza per bambini con disabilità fisiche. I ricordi della sua prima, come forse per molti runners, non sono affatto positivi, tanto da indurlo ad abbandonare la maratona per parecchi anni, fino al 2011, quando corse la sua seconda 42k a Parigi.

La sua prima serie di 10 in 10 è stata nel 2017, realizzata in modo un po’ contorto e molto faticoso: Ha corso le prime 6 di Saxons, Vikings e Normans, poi è venuto a Orta per farne altre 2, poi è tornato in UK per correre una settima SVN e infine ha corso l’ultima delle 10 a Orta. Era il 2017, evidentemente al tempo le due serie in parte si sovrapponevano. Andrew non ricorda nemmeno esattamente quante serie di 10 in 10, saranno 10 o 11…una differenza da poco!

Mr Coveney è venuto a conoscenza di Orta 10 in 10, come spesso capita, per passaparola, grazie a un amico statunitense, Nick Nicholson, anche lui supermaratoneta di lungo corso e di fama internazionale. Dopo la prima volta, è tornato costantemente, se si eccettua la pausa dovuta alla pandemia, ed è ora alla sua 4^ serie di Orta 10 in 10, alternando tra i 42k e i 50k.

Come è accaduto a molti altri, italiani e stranieri, una volta scoperte le placide acque del Lido di Gozzano, Andrew se ne è innamorato, diffondendo informazioni su questa multiday series oltremanica. “La ragione principale per cui torno qui ogni anno – dice Andrew – è che questo è uno dei posti del mondo, insomma, da un punto di vista panoramico e climatico non credo che si possa avere niente di meglio da nessuna altra parte. Inoltre, come tanti altri hanno sottolineato prima di me, l’organizzazione è molto efficiente e anno dopo anno migliora sempre, il che è un punto notevole a suo favore. Organizzatori, volontari, giudici, cronometristi, cuochi… Tutti svolgono il loro compito con passione e competenza.” Importantissimo per Andrew è il fattore umano. I runners italiani sono incredibilmente amichevoli, e insieme agli stranieri provenienti da quasi tutto il mondo formano una comunità coesa, creando un’atmosfera piacevole nonostante l’indubbia fatica! Inoltre ci sono runners di alto livello, che è sempre positivo incontrare a più riprese lungo il percorso. “mi piace davvero molto la combinazione tra atleti al top e altri runners che, giorno dopo giorno, faticano sodo per terminare la gara. E’ qualcosa di molto, molto speciale”.

Correre per Andrew è una passione, così come trovare, e ritrovare ogni anno, un “social club”, una comunità vera e propria, dove essere se stessi, impegnarsi, faticare, ma correre, sempre correre, sulle note dei Pink Floyd.

NB Se i sottotitoli non si attivano, fare click sulla rotella – sottotitoli – traduzione automatica e dalla lista selezionare italiano.

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